Ricerca italiana in crisi

ricerca-italianaContinua la crisi della ricerca clinica in Italia. Dopo il quadro non roseo ma ottimista delineato dall’ultimo rapporto AIFA, pubblicato lo scorso gennaio (200 studi in meno rispetto al 2012 ma + 17% nella ricerca interventistica rispetto al resto dell’UE e +10% nelle sperimentazioni di fase I), un’agenzia specializzata in analisi economiche ha diramato un documento che ci posiziona al terz’ultimo posto per volume di pazienti arruolati dopo paesi con assai poca tradizione quali Messico, repubblica Ceca, Bulgaria e Brasile.

Ai primi posti, Stati Uniti e Giappone (con oltre 30.000 pazienti arruolati), seguiti da Germania, Regno Unito (in 9° posizione), Francia (12°) e Spagna (15°).

La classifica tiene conto solo del numero di pazienti arruolati in studi clinici sponsorizzati da aziende farmaceutiche; sono tuttavia in calo anche gli studi sponsorizzati da associazioni no-profit, che hanno fatto registrare un -38% rispetto al 2008.

La crisi economica è certamente la principale responsabile di questo drastico calo, ma sono anche cambiati gli obiettivi degli studi, che non puntano più al blockbuster ma piuttosto a prodotti di nicchia che soddisfano esigenze di popolazioni più esigue (farmaci orfani, pazienti speciali, malattie rare). Infine l’accesso ai finanziamenti è ormai globale e non più locale, e dunque i dati si perdono in ambiti più ampi.

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